Alla ricerca della sbarra di ferro nel cotone

Alla ricerca della “sbarra di ferro nel cotone”.
Siamo tra il 1996 e il 1997 quando mi trovai a casa di un amico a leggere un libricino intitolato L’Isola dell’Essere che riportava questa frase: “…raggiungere quella condizione detta sbarra di ferro nel cotone” . Questa fu la motivazione che subito dopo mi spinse ad intraprendere il mio primo viaggio diretta a Parma, in treno.
Avevo circa 28 anni e un forte desiderio di capire perché non stavo bene e niente sembrava funzionare. 
Avevo già partecipato a incontri, conferenze, qualche corso, ma dopo un breve periodo in cui mi sentivo alla stelle, ricadevo nelle stalle. Oscillavo tra illusione e delusione. Ma, soprattutto, nella mia vita nulla cambiava.
“Ma sai quanti chilometri ci sono per arrivare a Parma?” “Un posto più vicino no, eh?”. “Sei sempre la solita credulona!” “Ma cosa pensi di trovare a Parma?”
“Qui hai un lavoro, cosa ti serve di più?”.
Mi serviva trovare la mia “sbarra di ferro nel cotone”. Tanto valeva tentare. 
Perché sto scrivendo riguardo a questo?
Sto scrivendo nel tentativo di rispondere a quelle persone che, negli ultimi tempi, mi hanno chiesto a cosa può essere utile per loro impegnarsi un weekend al mese e frequentare la scolastica di Naturopatia Umanistica e Bioenergetic-shen Treatment® se non hanno intenzione di cambiare lavoro o professione.
E così entrai nell’esperienza.
Non iniziai da subito con la scolastica, ma inizialmente frequentai il corso chiamato “Soffi di luce” e solo in seguito iniziai il percorso scolastico e poi il percorso personale, avendo sempre ben presente il mio intento iniziale.
Iniziai a sperimentare cosa significava per me, timidissimissima, confrontarmi in un gruppo, iniziare pian piano a farfugliare qualche parola, confrontarmi con i compagni di gruppo, apprendere nozioni al momento poco comprensibili, sperimentare il contatto e l’entrare in contatto con me, le mie emozioni e con l’altro da me.
Devo ammettere che anche dopo parecchi mesi o anche per il primo anno, non mi sembrava cambiasse molto o per lo meno non quanto io avessi sperato. Era per me l’epoca del “ Voglio tutto e subito”. 
Mi occorreva un bel bagno di umiltà, che non tardò ad arrivare.
Pian piano i cambiamenti e le trasformazioni si sono realizzate e la mia quotidianità ne è la conferma. Ciò non vuol dire che oggi io sia un’altra persona, sicuramente non ho raggiunto nessuna “perfezione”e neppure, come si suol dire, “riposo sugli allori”. La vita non arresta il suo flusso e a volte mi ha messo e mi mette difronte a prove che vivo veramente difficili. In questi casi, cerco di fare silenzio per ascoltare tutti i preziosi insegnamenti che ho ricevuto e fatto miei. In primis il non opporsi, perché la realtà e ciò che è. E già questo, mi aiuta ad aprire la mente a nuove possibilità e il cuore a vivere il dolore, trasformandolo.
“Nella gioia, gioia, nel dolore, dolore”.
Certo è che personalmente, posso dire che le altre formazioni che negli anni ho seguito mi sono state sicuramente utili per quanto riguarda l’apprendimento, la conoscenza e ne ho tratto cose utili, soprattutto in virtù del fatto di essere partita da una base solida, quale è stata per me la mia formazione a Kairos.
Se, come era nelle mie intenzioni iniziali, non avessi poi fatto questa professione, arrivare a poter abbracciare e parlare serenamente con mio padre e accompagnarlo nei suoi ultimi giorni, massaggiare mia madre, essere un punto di riferimento affettivo per mia nipote, per me sono sicuramente tre cose per cui vale la pena di impegnare un weekend al mese.
La “sbarra di ferro nel cotone” rimane per me il percorso di una vita.
In questo percorso ho degli alleati, che sono gli insegnamenti ricevuti da Pino, i suoi testi, le letture e lo studio dei classici del Tao, il qi gong e la meditazione.
Sicuramente non rischierò di annoiarmi.


Per concludere riporto di seguito la testimonianza di una donna di nome Bianca, classe1930, rilasciatami alla fine della sua partecipazione al corso Consapevolmente Donna, svoltosi in Piemonte qualche anno fa.
La mia domanda era sulla motivazione che l’aveva spinta a partecipare al corso.
Questa la sua risposta: “Seguo l’occasione che si è presentata. Sono molto curiosa di cose per me nuove. Le problematiche annunciate sono interessanti per cui sono molto aperta a riceverli”. 

Grazie





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