L'utilità del non essere

L’utilità del non-essere

Trenta raggi convergono nel mozzo
ma è il vuoto del mozzo l’essenziale della ruota
I vasi sono fatti di argilla
ma è il vuoto interno che fa l’essenza del vaso
Mura con finestre e porte formano una casa
ma è il vuoto di essi che ne fa l’essenza.
In genere: l’essere serve come mezzo utile
nel non essere (nel vuoto) sta l’essenza.




Qui Laozi spiega in modo splendido il concetto daoista di “vuoto”. In noi occidentali la parola vuoto evoca la mancanza ‘di’, mentre nel concetto daoista rappresenta la possibilità ‘di’.
Dal mozzo alla casa, al ventre della madre, alla valle, all’universo: tutto ha la possibilità di esistere e di trovare una collocazione grazie ad uno spazio vuoto. Il vuoto nella mente di pensieri discorsivi, è l’essenza della Meditazione daoista.
 Il Suwen, riferendosi al vuoto della fisiologia umana, dice: “Gli organi bang sono pieni, ma non possono mai essere saturati; gli intestini fu sono vuoti, ma non possono mai essere completamente svuotati”. Il pieno contiene il vuoto, il vuoto contiene il pieno.
“I piedi dell’uomo occupano solo un piccolo spazio della terra, ma è grazie allo spazio che non occupano (il vuoto) che l’uomo può camminare sulla terra immensa”.

Tratto dal libro “L’ennesimo commentario al Daodejing” di Pino Ferroni



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