L'Uomo e le sue emozioni -seconda parte

Quando viviamo un momento di intensa emozione, il corpo reagisce con delle sensazioni fisiche. Parecchi lavori di ricerca nel campo delle neuroscienze, hanno messo cioè in evidenza che vivere un’emozione significa “incarnare” quell’emozione. Le sensazioni di mutamento a livello corporeo, come ad esempio nel caso di “movimenti” intestinali, contribuiscono al “sentire” che abbiamo di e in quella determinata situazione. Sono quindi una fonte di informazione per il nostro cervello, che in questo modo ci invita all’introspezione, con conseguenze dirette sul nostro comportamento.
Durante uno di questi esperimenti, i ricercatori raccontarono al gruppo di partecipanti una storia riguardante la relazione di una madre con il figlio in cui spiccava l’attitudine del figlio alla compassione e all’altruismo. Uno dei partecipanti alla ricerca, disse di sentire come un leggero peso, come qualcosa che si gonfiava e sgonfiava, sul suo petto. Allo stesso tempo si era sorpreso a pensare alla propria relazione con i suoi genitori ed aveva espresso il desiderio di voler esprimere loro la sua riconoscenza in modo più significativo rispetto a quello che avesse mai fatto.
Un’altra ricercatrice dell’università di Toronto ha indirizzato i suoi studi riguardo al potere delle emozioni sulla nostra memoria, giungendo alla conclusione che gli eventi emozionali sono memorizzati più intensamente e più precisamente rispetto ad eventi “neutri”. I momenti intensi a livello emozionale vengono ricordati molto bene, sia quelli positivi che negativi, poiché risultano essere più vivaci, più vivi.

Perché, quando baciamo, chiudiamo gli occhi?.
Perché le cose più  emozionanti della vita non si vedono con gli occhi, ma si sentono con il cuore









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